di Fabio De Propris
Un pacco di cartone, in quanto contenitore di un oggetto per qualche ragione prezioso, si ispira alla natura, alla biologia.
Il modello del pacco è il guscio dell’uovo. L’involucro calcareo, leggero aerodinamico e avvolgente, protegge il gamete, la cellula germinale femminile. Dentro il guscio, il gamete è nutrito dal tuorlo, idratato dall’albume. Le calaze (in greco “chicchi di grandine”) mantengono il tuorlo al centro del guscio e avvolgono la cellula con un’altra membrana. Una camera d’aria offre un’ulteriore protezione.
Il guscio non vale l’uovo che contiene. Tuttavia senza il guscio l’uovo non potrebbe sopravvivere. Un guscio intatto ci fa sognare il suo contenuto, che è il gamete, l’origine della vita. Dentro il guscio si può trovare un gamete non fecondato e allora ciò che ci interessa è il tuorlo e l’albume (ferme restando le varie possibilità di usare il calcio di cui è fatto il guscio). Se il gamete è fecondato, l’uovo contiene il pulcino.
William Harvey (1578-1657), il medico inglese che per primo scoprì la circolazione sanguigna, formulò l’ipotesi che anche i mammiferi nascessero da uova (ex ova omne vivum, ‘dalle uova nasce ogni essere vivente’). La ovogenesi sarebbe stata studiata nell’uomo nel XX secolo (Edgar Allen, 1892-1943).
A livello simbolico, uovo e grembo umano sono legati da tempi molto più antichi. Un esempio artistico interessante è la Madonna di Port Lligat di Salvador Dalì (1950), rielaborazione della Sacra Conversazione con la Madonna col Bambino, sei santi, quattro angeli e il committente (Federico da Montefeltro) di Piero della Francesca (1472), oggi conservata alla Pinacoteca di Brera a Milano. Notevole è anche la scultura in bronzo Vénus spatiale (1984), opera ancora di Dalì.
Il guscio d’uovo ha un potere simbolico autonomo. Metonimicamente, rappresenta il suo contenuto: per rappresentare l’uovo (ovvero la vita, l’eternità, lo Spirito) se ne ritrae il guscio. In sé e per sé, un guscio d’uovo simboleggia la protezione, esattamente come un ventre materno. Inoltre la sua forma armoniosa, aerodinamica, unita alla sua leggerezza, simboleggia la perfezione (viene da pensare a certe statue di Constantin Brancusi, o a un Concetto spaziale di Lucio Fontana in cui il taglio è praticato su una superficie ovale; nel mito, alla nascita della fatale Elena di Troia da un uovo di cigno).
Simile al guscio d’uovo è il guscio di noce (in inglese, rispettivamente eggshell e nutshell). Verrebbe da dire che il nutshell – parola che evoca l’Amleto di Shakespeare (Atto II, scena 2: O God, I could be bound in a nutshell, and count myself a king of infinite space – were it not that I have bad dreams, ‘Dio, potrei essere relegato in un guscio di noce e considerarmi re dello spazio infinito, se non fosse che faccio brutti sogni’, trad. mia) – significa principalmente “protezione” (nella frase di Amleto, una protezione soffocante, limitante). Tuttavia in a nutshell è un’espressione che traduce il latino in nuce, che significa metaforicamente ‘in estrema sintesi’, ‘in piccolo’. Si sottintende che dentro il guscio di noce, esattamente come in un guscio d’uovo, si trova qualcosa di piccolo, ma di essenziale, si trova tutto ciò che può svilupparsi in una forma più grande e complessa: un albero, un animale, un uomo. Nutshell, del resto, è il titolo che Ian McEwan ha dato al suo romanzo del 2016 (tradotto in italiano Nel guscio, 2017), la storia di un Amleto nostro contemporaneo che è ancora nel grembo di sua madre e di lì ascolta le voci del mondo tragico che lo attende.
Guscio d’uovo e guscio di noce hanno in conclusione molto in comune, e solo l’immagine della forma perfetta li divide, essendo caratteristica dell’uovo. Confezionando un pacco, vogliamo significare che proteggiamo il suo prezioso contenuto, che il cartone è adatto allo scopo, ma anche e soprattutto che stiamo offrendo qualcosa di vitale, una speranza di futuro.
Il pacco è speranza di vita e di felicità. Se non avesse questo valore simbolico, non si giocherebbe con il pacco la partita dell’arte e dell’artificio, della verità e della menzogna, della mera materialità dell’oggetto che esso contiene (o non contiene) e della carica metafisica che l’oggetto dentro il pacco riverbera.
RIFERIMENTI
° Per un primo sguardo ai significati simbolici dell’uovo, si veda in rete Paolo Pignattelli, L’uovo nella tradizione pasquale. Simbologia, arte e religione.
° Per l’uovo da cui nasce Elena di Troia, e per l’espressione oraziana ab ovo che la richiama (Ars poetica 147, ‘dalle origini’), si legga questa pagina riassuntiva.
° Interessante anche questa pagina di una casa d’aste su Il simbolismo e l’iconografia dell’uovo nell’arte (non do consigli per acquisti).
° Peter Sloterdijk in Sfere I. Bolle, Milano, Raffaello Cortina Editore, 2014, trad. dal tedesco di Gianluca Bonaiuti (ed. orig. 1998), propone pagine interessanti sul tema nel cap. 4 Excursus 3 Il principio uovo. Interiorizzazione e involucro (pp. 302-309). Non concordo con il contenuto dell’opera, ma dà sicuramente dei suggerimenti, o delle suggestioni, che possono essere presi in considerazione per un’analisi critica.
° Per il Concetto spaziale di Lucio Fontana di cui si accenna nel testo, si veda il sito della Fondazione Lucio Fontana, n. di catalogo 524-129).
° Su Brancusi, Shakespeare e McEwan la rete è ricca di materiali. Le biblioteche cartacee anche.
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