di Fabio De Propris
Il romanzo contiene la “vera” storia di Dante e Beatrice, raccontata da Beatrice, ma vista anche attraverso gli occhi di un camionista dei nostri giorni e della sua professoressa di italiano alla scuola serale. Il titolo è tratto da un passo di una scena molto quotidiana e banale del libro, ma la parola “Amore” con la A maiuscola apre uno squarcio sulla dimensione mistica della vicenda. Ne riassume insomma l’idea di fondo.
Sinceramente, il mio sogno era di limitarmi a scrivere solo un romanzo, cioè Brenda e Plotino, ottenere un successo formidabile e campare di rendita senza scrivere più nulla. Il progetto non s’è realizzato. Oltre a questo, ho avuto l’idea di Se mi chiami Amore e non ho potuto non scrivere anche questo secondo romanzo. La stesura mi ha occupato dal dicembre 1997 al giugno 2001. Benché sia un romanzo di ambientazione medievale, c’è un elemento di continuità col precedente: il carattere di Beatrice, che ha molti punti di contatto con quello di Brenda.
Non è impossibile, ma non è facile trovare il libro cartaceo sul mercato. Si può scaricare la versione ebook su ibs.it – kobo – amazon – bookrepublic e se ne possono leggere varie pagine su google books.
Il 21 marzo 2002 presentai il libro da “Bibli”, una libreria di Trastevere che ospitava manifestazioni del genere. Non lasciai le cose al caso, ma scrissi un testo teatrale per l’occasione, che si intrecciava alla presentazione critica, condotta da Achille Tartaro e da Marino Sinibaldi. I protagonisti erano Luciano Caldonazzo, Diana Arceri e io. Il prof. Achille Tartaro accettò di intervenire attivamente alla presentazione con grande gentilezza e molto spirito: lo ricordo con riconoscenza e ammirazione.
Infine puoi leggere questa intervista dell’autore a se stesso.
Torna alla pagina iniziale Fabio De Propris