di Fabio De Propris
Tutte le mie recensioni sono state pubblicate da Guido Aristarco (1918-1996), professore universitario di storia e critica del film, sulla sua rivista “Cinema nuovo”, bimestrale delle edizioni Dedalo, di Bari. La mia collaborazione nacque dopo che frequentai il suo corso del 1983-84 (Roma, La Sapienza) e appresi come si legge un film. La pellicola che mi scatenò la voglia di scrivere fu Daunbailò di Jarmush. Mi pareva che la chiave interpretativa del film fosse che le immagini raccontavano qualcosa, ma la verità era un’altra: la fuga dei tre carcerati era illusoria, in realtà non uscivano mai dal carcere. Spedii il testo al professore che, dopo qualche giorno mi chiamò per telefono annunciandomi che lo avrebbe pubblicato. Era il 1987. Era la prima cosa che riuscivo a pubblicare. Rivolgo un pensiero di grande gratitudine alla memoria del prof. Aristarco per questo battesimo della stampa.
Nello stesso anno scrissi un’altro paio di pezzi, poi partii per il militare e smisi. Nel ’92 la visione di Barton Fink mi spinse di nuovo a scrivere sul cinema. Anche in questo film, volutamente complicato, quello che si vede non è la realtà. Evidentemente mi affascina la capacità del cinema di mostrare “l’oltre” delle cose senza però ricorrere agli effetti speciali. E mi piacciono anche i film difficili, che sfidano lo spettatore a capirli. Cominciò così la mia seconda stagione di recensore, un po’ più lunga della prima, che finì con un altro film dei fratelli Coen, Mister Hola Hoop (mi spiace di non aver recensito il loro capolavoro, Fargo) e con il mio unico articolo critico, sulla rappresentazione della violenza nei media (e sui suoi effetti sui bambini). A questo proposito, Fargo è un film fondamentale. Nonostante abbia scene violente, si distingue da tutti i film del genere per un fatto: tutti i cattivi sono stupidi. Capovolge lo stereotipo del delinquente furbo, della simpatica canaglia. Intelligente è il poliziotto, che nella fattispecie è una donna incinta. Un film pieno di ironia che finisce per essere didattico (se lo spettatore è ironico anche lui).
ELENCO DELLE RECENSIONI
1) Down by law-Daunbailò di Jim Jarmush, con Roberto Benigni, Tom Waits e John Lurie (USA, 1986), “Cinema nuovo”, XXXVI/1 (305), mar.-apr. 1987, pp. 45-46;
2) Lola Darling (She’s gotta have it) di Spike Lee, con Tracy Camila Johns (USA, 1986), “Cinema nuovo”, XXXVI/2 (306), gen.-feb. 1987, p. 50;
3) Platoon di Oliver Stone, con Tom Berenger, Willem Dafoe, Charlie Sheen (USA, 1986) , “Cinema nuovo”, XXXVI/4-5 (308/309), ago.-ott. 1987, p. 4;
4) Barton Fink di Joel e Ethan Coen, con John Turturro, John Goodman e Judy Davis (USA, 1991), “Cinema nuovo”, XLI/2 (336), mar.-apr. 1992, pp. 50-53;
5) Totò le heròs di Jaco van Dormael (Belgio, 1992) “Cinema nuovo”, XLI/3 (337), mag.-giu. 1992, pp. 57-58;
6) Con le migliori intenzioni di Bille August, soggetto e sceneggiatura di Ingmar Bergman, con Pernilla Ostergren e Max von Sidow (Svezia, 1992), “Cinema nuovo”, XLI/4-5 (338-339), lug.-ott. 1992, pp. 62-64;
7) Americani (Glengarry Glen Ross) di James Foley, soggetto e sceneggiatura di David Mamet, con Al Pacino, Jack Lemmon, Kevin Spacey e Alec Baldwin (USA, 1992), “Cinema nuovo”, XLII/1 (341), gen.-feb. 1993, pp. 71-72;
8) All the Vermeers in New York di Jon Jost (USA, 1992) “Cinema nuovo”, XLII/2 (342), mar.-apr. 1993, pp. 53-54;
9) Gli spietati (Unforgiven) di Clint Eastwood (USA, 1992) “Cinema nuovo”, XLII/3 (343), mag.-giu. 1993, pp. 45-46;
10) Il fuggitivo di David Twohy, con Harrison Ford (USA, 1993) “Cinema nuovo”, XLII/6 (346), nov.-dic. 1993, pp. 46-47;
11) Gli amici di Peter di Kenneth Branagh (Inghilterra, 1993) “Cinema nuovo”, XLIII/2 (348), mar.-apr. 1994, pp. 37-38;
12) Mister Hola Hoop di John e Ethan Coen, con Tim Robbins, Paul Newman e Jennifer Jason Leigh (USA, 1994) “Cinema nuovo”, XLIII/3 (349), mag.-giu. 1994, pp. 38-40.
ARTICOLO
1) Vai e uccidi bambino, “Cinema nuovo”, XLIII/3 (349), mag.-giu. 1994, pp. 6-9.